Shopify cambia strategia
Gestire la logistica è un affare complesso che richiede grandi investimenti
A giugno 2019 Shopify ha costituito Shopify Fulfillment Network dichiarando che avrebbe investito 1 miliardo di dollari nei successivi 5 anni per costruire una rete logistica a supporto dei suoi venditori.
Successivamente ha acquisito la startup 6 River System per la gestione robotica dei magazzini logistici.
Nei successivi due anni, fino al 2021, c’è stato un lungo periodo di apprendimento, prove e test, nella costruzione di un sistema diffuso di adempimento.
In questi giorni, Shopify annuncia un deciso rallentamento di questa spinta alla gestione diretta della logistica, riducendo la capacità fin qui raggiunta di imballare e spedire gli ordini per i commercianti nel breve termine. La riduzione è di circa la metà di quanto raggiunto in precedenza.
La logistica è un affare complesso
È fuori dubbio che il modello di Shopify è sempre stato una sfida ad Amazon.
Alla base c’è l’idea di creare una rete interconnessa di commercio online che utilizzi il grande mercato di App di Shopify, acceda ai servizi di pagamento e utilizzi la ricerca, costruendo un marketplace di fatto. E in questo contesto di sviluppo e sfida non possono certo mancare i servizi di logistica, adempimento e spedizione.
La realtà è che Amazon ha investito molti miliardi di dollari per posizionarsi come indispensabile per la gestione logistica e Shopify è molto distante dalla capacità di gestire evasione ordini sulla scala di Amazon. Nel breve termine è difficile aspettarsi qualcosa di simile.
Cosa succede
La qualità intrinseca di Shopify, che rappresenta una potente soluzione di ecommerce, non cambia di una virgola. Tra l’altro noto sempre più l’utilizzo di Shopify nella costruzione di architetture di ecommerce headless, combinandolo con molte altre soluzioni. Non c’è ancora una fase esplosiva di queste soluzioni, ma dove sono adottate si distinguono per l’efficacia, la pulizia e la facilità di gestire soluzioni complesse.
Cambia la prospettiva che, in questo caso come in tanti altri, viene alimentata dalle speranze e dalle visioni che non hanno un grande fondamento nella realtà.
L’enorme forza di Amazon nella logistica è presa a paragone e l’aspettativa di vedere un ridimensionamento di Amazon è comune in molti. Ma è facile perdere il contatto con la realtà quando si carica di significato eccessivo ogni mossa delle aziende.
Shopify non ha rinunciato alla logistica, ma si prenderà una pausa per impostare altri servizi nel tempo. Basta avere pazienza e continuare ad osservare.
È passato il 19 gennaio e Amazon accetta ancora Visa in UK
A novembre 2021 Amazon annunciava che non avrebbe più accettato carte Visa sul marketplace in UK a causa dell’aumento delle commissioni di gestione.
La data limite era il 19 gennaio 2022.
Il potenziale impatto di questa decisione avrebbe coinvolto i consumatori britannici che sono tra i più fedeli clienti di Amazon.
Si stima che l’89% delle famiglie britanniche comperi regolarmente su Amazon,
e che ci siano 21 milioni di clienti Prime residenti in UK.
Il 17 gennaio Amazon ha annunciato che sta lavorando a stretto contatto con Visa su una potenziale soluzione che consentirà ai clienti di continuare a utilizzare le loro carte di credito Visa su Amazon.co.uk.
Amazon ha dichiarato: "Se dovessimo apportare modifiche relative alle carte di credito Visa, ti avviseremo in anticipo. Fino ad allora, puoi continuare a utilizzare le carte di credito Visa, le carte di debito, Mastercard, American Express ed Eurocard come fai oggi".
Sicuramente non è stata una sceneggiata e la contesa sulle commissioni non è cosa da poca. Si è probabilmente raggiunta una tregua e un accordo, ma il tema delle commissioni sulle carte di credito interessa i consumatori, le imprese e tutte le autorità di controllo e regolamentazione.
Google o Amazon? Dove va la ricerca dei consumatori?
È interessante seguire le notizie sul derby della ricerca online.
Le persone ricercano prodotti da acquistare più su Google o più su Amazon?
Amazon ha accumulato nel tempo un vantaggio su Google come destinazione per i clienti che vogliono fare un acquisto. Amazon non è solo una destinazione di shopping, ma anche un motore di ricerca e di comparazione prezzi.
Google non ha mai abbandonato l’ecommerce - se mai questa fosse stata una preoccupazione. Il grande incremento di ricerche su Google Shopping è una conferma della strategia di lungo periodo di Google, che comprende anche Google Lens e YouTube.
Secondo Morgan Stanley in una ricerca pubblicata a novembre 2021
il 57% degli intervistati ha fatto una ricerca prima su Google e poi su Amazon. A maggio 2021 il dato era il 54%.
Gli abbonati a Prime che si rivolgono prima a Google sono il 56% contro il 51% rilevato in precedenza.
Cosa ci dicono questi numeri?
Al di là della eccitazione della fan base di uno o dell’altro che interessa poco, sono due i segnali interessanti.
Miliardi di dollari in entrate pubblicitarie su Google che lavora per consolidare la sua leadership nel funnel e per la sua monetizzazione multi merchant. Google è sempre più un ecosistema. Non è un marketplace, non è un rivenditore.
Amazon non lascerà che i clienti Prime riprendano strutturalmente a fare acquisti al di fuori della piattaforma. Anche Amazon si struttura sempre più come un grande ecosistema per la vendita e non solo un marketplace.
L'antitrust italiano ricalcola le multe su Apple e Amazon
Per un mero errore materiale, l’Antitrust italiano ha ricalcolato le multe da infliggere a ad Apple e Amazon per presunti impegni di cooperazione anticoncorrenziali nella vendita di prodotti Apple e Beats.
In un accordo del 2018 tra le due società solo rivenditori selezionati potevano vendere prodotti Apple e Beats su Amazon.it e questo violava le regole dell'Unione Europea oltre a condizionare la concorrenza sui prezzi.
La sanzione per Apple passa da 134,50 a 130,04 milioni di euro.
La sanzione per Amazon passa da 68,7 a 58,6 milioni di euro.