La crescita dei marketplace aziendali
Emerge, in modo sempre più significativo, la costruzione di marketplace gestiti da rivenditori che operano accanto ai tradizionali siti di ecommerce.
L’ecommerce è cresciuto sotto la spinta ed il traino di due grandi forze lungo gli ultimi dieci anni: grandi attori sui marketplace come Amazon, eBay, Allegro e tradizionali rivenditori online. Queste due forze schiacciano nel mezzo molti altri operatori.
La costruzione di marketplace gestiti da rivenditori che operano accanto ai tradizionali siti di ecommerce ci dimostra che
il modello di marketplace non appartiene solo ai giganti digitali;
questi marketplace sono differenti dai primi marketplace di terze parti.
Se eBay è nato come facilitatore delle transazioni commerciali, come Tmall in Cina e Allegro in Polonia, i marketplace aziendali mettono assieme l’azienda promotrice per i propri servizi e prodotti, aggiungendo venditori per evolvere e includere una maggiore offerta.
Quali sono i vantaggi per i rivenditori?
Espandono il loro raggio di azione, attingono a nuovi consumatori, si posizionano dove sono i consumatori, estendono la gamma dei prodotti, entrano in un rapporto diverso rispetto alla costruzione di un proprio ecommerce solitario.
Effettivamente è un nuovo modello di business al dettaglio online che può accrescere la catena del valore.
I venditori presenti in questi marketplace aumentano anche il traffico verso il loro ecommerce, rafforzando lo status di destinazione di shopping.
Nel frattempo cresce anche il vantaggio competitivo del marketplace che cresce e che si trasferisce ai venditori presenti.
L’esempio di Greenwez
Greenwez ha lanciato il marketplace a marzo 2021 trasformando il supermercato biologico online con 15 mila prodotti in un marketplace dedicato al consumo responsabile con 80 mila prodotti e con un posizionamento in nuove categorie.
Oggi Greenwez è posizionato sul ricondizionato, ha arricchito il settore della decorazione della casa con mobili, biancheria, biancheria da letto.
Incrementato la densità sulle categorie degli integratori e olii essenziali con scelte rigorose su tutti le categorie di prodotto.
Il 90% delle vendite è food, il 10% è non food.
Dal 2016 Greeenwez fa parte del gruppo Carrefour.
Dalla fine del 2019 è presente con la propria marca del distributore.
Da marzo 2021 è un marketplace.
È presente in Francia, Spagna, Belgio, Italia.
In Spagna si chiama Planeta Huerto La Spagna è il paese che traina maggiormente le vendite di Greenwez e la trasformazione in marketplace è in dirittura di arrivo.
In Belgio si trova su Greenwez
In Italia si trova su Sorgente Natura
Per partecipare al marketplace in Francia qui ci sono le spiegazioni. In Italia si può diventare fornitori e si può promuovere la vendita dei prodotti con la creazione di contenuti.
Una prospettiva su cui dovrebbero lavorare anche molte aziende italiane, con progetti ed investimenti adeguati.
Amazon modifica anche il paesaggio urbano
KBC Advisor, una società di servizi immobiliari con sede a Seattle molto poco conosciuta. È la società responsabile della conclusione di accordi per il gigante tecnologico Amazon da quasi 2 trilioni di dollari. La piccola azienda è diventata sinonimo del gigantesco rivenditore ed ispira soggezione nel settore dei magazzini.
I magazzini di Amazon sono la spina dorsale della sua attività: sono spazi per immagazzinare, smistare, spedire miliardi di prodotti a milioni di consumatori.
Attorno ai magazzini crescono posti di lavoro, si insediano altre attività, si spostano lavoratori.
Leggi la storia del rapporto stretto tra Amazon e KBC Insider
Perché è importante osservare cosa succede
Come Amazon, che è una grande società di logistica, anche altri operatori si muovono allo stesso modo. Tutti cercano di avere il punto di smistamento delle merci il più vicino ai clienti per ridurre i tempi di consegna.
Questo avrà innegabilmente effetti sul paesaggio urbano e sulla struttura organizzativa del lavoro, della residenza, compresa l’occupazione degli spazi oggi presidiati dai negozi di vicinato.
Immaginare cosa succede, avere uno sguardo lungo, far intervenire la programmazione territoriale è utile fin da ora.
Tutta l’esperienza di 30 anni di centri commerciali, aree commerciali, parchi commerciali, è stata in Italia una storia di dissipazione di risorse con aree occupate da costruzioni commerciali oggi in crisi, strade di comunicazione piene di pericolosi incroci a raso, apparente ricchezza immobiliare e commerciale, spesso senza bacino di utenza.
Non si tratta di limitare l’esercizio della concorrenza, quanto di programmare lo sviluppo con intelligenza, per non piangere domani su errori che si possono evitare o lamentando conseguenze negative che si possono prevedere e mitigare.