Due idee su Retail ed eCommerce
Due scenari possibili. Nessuna previsione, ma opinioni su quello che accade e i possibili sviluppi.
Nell’era digitale, gli acquisti dei consumatori stanno cambiando più rapidamente di quanto molti avrebbero potuto prevedere. E questo esercita una pressione verso il basso sui negozi.
Sta cambiando la stessa definizione e la comprensione della vendita al dettaglio.
Possiamo solo immaginare quanto sarà radicale questo cambiamento.
Ad un ulteriore incremento importante delle vendite online, corrisponderà la distruzione totale dell’attuale modello di vendita al dettaglio e questo potrà avvenire nei prossimi dieci anni.
L'e-commerce sta già avendo un impatto enorme sulla maggior parte dei rivenditori e molti non sopravviveranno: chi sopravviverà, sarà irriconoscibile dalle forme attuali.
Molti rivenditori trovano falso conforto nel fatto che l’ecommerce sia oscillato in crescita nel 2020 passando dal 15% al 21% sul totale retail e che nel 2021 sia sceso, in Europa e negli Stati Uniti, di un 11%. Anche se si sa che i numeri sono ballerini, non è una consolazione.
Forse in Cina e in India la crescita è superiore, perché molti nuovi consumatori hanno saltato la vendita al dettaglio nei grandi negozi, quando sono entrati nel mercato. Ma, appunto, non è il nostro mercato e la nostra cultura.
Il fatto è che una serie di tecnologie convergono per rendere la vendita al dettaglio basata sul luogo, semplicemente meno conveniente dell’ecommerce a parità di prezzo.
La rilevanza al dettaglio, come la rilevanza di ogni brand, esiste nella mente dell’acquirente e sfortunatamente per molti marchi, la pertinenza svanirà a mano a mano che diminuisce la loro capacità di connettersi con gli acquirenti.
I rivenditori devono ridefinirsi nella mente dei consumatori come un servizio completo di facilitazione dello shopping, indipendentemente da dove il consumatore sceglie di interagire.
Il pericolo che incombe sull’eCommerce
Tra marzo e dicembre 2020, l’ecommerce è cresciuto come nei precedenti 10 anni.
10 anni di crescita in soli 10 mesi sotto la spinta dello shopping senza contatto.
Con tutta la letteratura positiva sull’ecommerce, anche se nel 2021 la crescita si è ridimensionata riportando molte persone nei negozi, perché dovrebbe esserci una minaccia sull’orizzonte dell’eCommerce?
Mancanza di talenti
È un fatto che in questo momento c’è caccia degli head hunters a posizioni aperte che non si trovano. Ci sono lunghe liste di posizioni ecommerce che non si riempiono.
Le aziende che entrano nell’agone dell’ecommerce e della vendita su marketplace non trovano persone con esperienza nell’e-merchandising, nella progettazione dell’ecommerce, nella strutturazione dell’esperienza del cliente e in molti altri ruoli.
Se si spostano le poche persone a colpi di bonus, i costi saranno pagati dal cliente finale: il consumatore.
Non solo.
L’ecommerce sta diventando meno attraente e la spiegazione non è difficile.
Per 10 anni l’ecommerce è stato alimentato dall’innovazione Open Source e dalla programmazione. Ma più si diffonde l’ecommerce, più crescono i software as a service, meno attraente diventa l’ecommerce per chi vive di programmazione, che preferisce misurarsi su progetti NFT, crypto, intelligenza artificiale, ecc.
Quanti sono i dipendenti qualificati che lasciano per diventare imprenditori?
È legittimo avere un sogno e volerlo trasformare in realtà ed è legittimo voler uscire dalla forza lavoro per diventare il capo di se stessi. Ma quanti sono in grado di farlo e di continuare a crescere?
Molti ecommerce aperti da retailer reclutano all'interno dei propri ranghi quando si trovano di fronte a carenze di manodopera.
Questa non è una opzione che funziona per la vendita al dettaglio online.
I marchi non possono facilmente ridistribuire il personale dal negozio al proprio canale di e-commerce.
La maggior parte del personale in prima linea nei negozi svolge lavori poco qualificati e a basso salario.
I lavori di e-commerce richiedono molte più competenze tecniche e di vendita al dettaglio.
Quanti investono in formazione?
L'e-commerce sta diventando più costoso ogni giorno che passa
Potete pensare quello che volete, potete credere che con poche migliaia di euro si apra un ecommerce, con meno ancora si possa vendere sui marketplace e restare stupiti se non arrivano i clienti.
Il costo di costruzione e di ottimizzazione dei siti sta crescendo: è il frutto naturale della competizione online. Nessuna agenzia o nessun marchio può assorbire completamente questi costi, il che significa che vengono trasferiti al cliente e, in definitiva, al consumatore.
Stanno crescendo i costi dei trasporti e della logistica
Lasciate perdere gli aumenti delle materie prime che impattano su tutti i venditori. Considerate i costi del trasporto e della logistica come costi tipici delle vendite online.
Potranno arrivare richieste di supplementi per la spedizione, sicuramente non diminuzioni.
Alcuni rivenditori possono pagare il supplemento e trasferirlo ai consumatori aumentando le spese di spedizione e gestione. Ma per le aziende che hanno la spedizione gratuita come parte integrante della loro proposta di valore e dell'identità del marchio, questo è impossibile. Devono mangiare i costi dei supplementi o trovare soluzioni di consegna alternative, sapendo che bisognerà affrontare un costo iniziale di ricerca e di gestione diversa.
E se l’e-commerce non sarà più un luogo dove si trovano prodotti a prezzi accessibili?
Certamente gli acquirenti possono tornare ai punti vendita fisici e possono adattarsi alla riduzione delle loro spese online.
Ma per quanto riguarda l'enorme settore dell'e-commerce che conta su quelle vendite?
Nonostante tutti i successi degli ultimi 22 mesi - da marzo 2020 a dicembre 2021, il futuro dell'e-commerce è sempre a rischio.
Buon Anno!